Sono molte le PMI italiane che da tempo operano con grande successo all’estero e una larga parte di queste ha scelto Dubai e gli Emirati Arabi come opportunità di business.
Ma cosa spinge le imprese italiane a guardare così lontano?
Lo chiediamo all’Avv. Stefano Meani of Counsel di ATAX Associazione Professionale , già fondatore di DubaiLegal.it attraverso cui offre assistenza fiscale, legale ed aziendale alle imprese italiane intenzionate ad investire ed operare a Dubai, ad Abu Dhabi e negli altri Emirati Arabi Uniti.
Avvocato, cosa porta le imprese italiane ad investire negli Emirati Arabi?
In qualità di principale hub attraverso il quale espandere il proprio business, Dubai e gli Emirati Arabi in generale rappresentano per le aziende straniere la porta d’ingresso ad un mercato locale e regionale, con un enorme potenziale in diversissimi settori.
Il mercato di Dubai, in particolare, è in continua in crescita.
Le importazioni di Dubai sono più che raddoppiate dagli inizi degli anni ’90, anche grazie alla crescita economica della regione ed alle attività di liberalizzazione intraprese dal governo dubaino.
Inoltre, Dubai è situata in una posizione strategica che la pone al centro di 3 continenti, con un mercato potenziale di oltre 1,5 Miliardi di persone. E’ servita da più di 125 linee marittime e da 90 linee aeree.
Non esistono controlli sugli scambi, quote o barriere commerciali doganali.
Quali sono le opportunità di business per gli imprenditori italiani in questi luoghi e quali i settori maggiormente coinvolti?
Dubai è un centro d’affari internazionale che offre una vasta gamma di opportunità e di operazioni, che includono attività quali il commercio, il trasporto e la distribuzione, la produzione e la trasformazione.
I settori chiave maggiormente coinvolti quanto ad opportunità di business sono i seguenti: settore edilizio (nei settori Real Estate, Alberghiero e Ospedaliero), Oil &Gas, tecnologia, Green Energy, fashion & design, food and beverage, arredamento.
Qual è il diritto applicabile ai rapporti contrattuali e come ci si comporta in caso di controversia?
Per regolare la materia civile-commerciale, gli Emirati hanno adottato un codice che è molto simile al nostro, derivando entrambi dal Codice Napoleonico.
Peraltro, come detto, in molti settori economici, fra cui anzitutto quello immobiliare, spesso vengono utilizzati dei modelli contrattuali di origine anglosassone.
Questo perché gli Emirati sono stati fino all’indipendenza dei primi anni ’70 un protettorato britannico.
Nei tribunali locali (Dubai, Abu Dhabi, etc.) la lingua utilizzata è l’arabo ed il diritto applicato è il diritto emiratino.
Tuttavia, a Dubai è possibile risolvere le controversie deferendole ad un Tribunale arbitrale istituto presso l’International Financial Centre Free Zone.
Questo tribunale opera in lingua inglese ed applica, di regola, il common law per risolvere le controversie civili e commerciali, avendo al suo interno giudici di formazione anglosassone.
A seguito della nuova legge, la giurisdizione del tribunale è stata estesa anche alle questioni di diritto civile e commerciale che sono insorte tra imprese localizzate al di fuori della Free Zone, non essendo più necessario alcun collegamento con tale Free Zone. L’unica condizione per attribuire la competenza a decidere la controversia al Tribunale del DIFC è che tutte le parti coinvolte abbiano espressamente e per iscritto scelto di deferire la soluzione della lite a questo tribunale.
Il tasso di litigiosità è alto come in Italia?
Dubai è una città che vanta un tasso di criminalità davvero basso, soprattutto per quanto concerne i reati gravi.
I reati di frode, incluso il mancato pagamento delle bollette (o anche le fatture alberghiere), sono considerati piuttosto gravi e comportano pene detentive e/o pecuniarie. I debitori possono essere detenuti in carcere finché non sono in grado di saldare il debito o fino al raggiungimento di un accordo tra le parti.
Ne consegue che il tasso di litigiosità risulta meno elevato rispetto al nostro Paese.
Come appena detto è possibile utilizzare, quale strumento alternativo di risoluzione delle controversie, l’arbitrato, poiché gli Emirati Arabi Uniti hanno ratificato nel 2006 la Convenzione per il riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze arbitrali straniere (New York 1958), il che rende certamente più agevole l’esecuzione negli EAU dei lodi arbitrali esteri.
Da dove nasce il suo interesse per gli Emirati Arabi?
Nel 2005 e 2006 ho lavorato a Miami presso uno Studio Legale che si occupava di diritto immobiliare e societario. Questa esperienza mi è molto servita quando, nel 2008, un cliente mi ha chiesto di esaminare un contratto di acquisto di un immobile sulla carta localizzato a Dubai, dato che come Miami anche Dubai è per lo più composta da enormi grattacieli e dato che spesso i contratti del settore seguono gli schemi tipici di quelli di common law.
In quell’occasione mi sono poi reso conto, da un lato, che moltissimi italiani stavano acquistando immobili a Dubai ma, dall’altro lato, che non vi erano professionisti italiani specializzati nel diritto emiratino.
Ho quindi visto delle opportunità di business e professionali ed ho iniziato a recarmi pressoché ogni mese a Dubai per allacciare rapporti e conoscenza, di modo da creare una struttura composta da personale italiano anche residente in loco che potesse assistere i nostri connazionali per ogni tipo di esigenza legale in loco (dal diritto immobiliare a quello societario).
Mi spieghi meglio l’assistenza che fornite per chi vuole investire negli Emirati Arabi.
Dal 2008 Dubailegal.it offre un servizio personalizzato di consulenza legale, fiscale ed aziendale alle imprese italiane intenzionate ad investire ed operare a Dubai, ad Abu Dhabi e negli altri Emirati Arabi Uniti.
Insieme alle mie colleghe locali assisto ed accompagno passo dopo passo gli investitori e gli imprenditori italiani cui offro una consulenza completa, attraverso l’analisi e lo studio delle implicazioni che ogni singola operazione comporta sia nel diritto italiano che nel diritto locale.
In particolare, il cliente viene assistito sin dal momento del suo primo approccio e successivo inserimento nel mercato locale, attraverso un’attenta cooperazione nella creazione della struttura logistica, nello sviluppo dell’attività, fino al successivo sostegno alla gestione del business.
Lo studio è inoltre specializzato nell’assistenza a coloro che hanno investito o intendono investire nel settore immobiliare, potendo ormai vantare una consolidata esperienza sia nella verifica e predisposizione di tutti i relativi documenti contrattuali sia nella gestione dei rapporti e nella risoluzione delle problematiche sorte con i costruttori e/o con i rivenditori di unità immobiliari.
Come nasce la collaborazione con Atax?
Da molti anni conosco i soci fondatori di ATAX, Luigi Moranduzzo e Alessandro Atzeni, e ho avuto modo di apprezzarne la serietà e professionalità.
Visto che ATAX è specializzata nell’assistenza alle imprese che vogliono internazionalizzarsi e visto che io mi occupo di diritto internazionale, l’anno scorso abbiamo deciso di sederci a tavolino per verificare se potevamo stringere una collaborazione per poter poi offrire ai rispettivi clienti una consulenza globale, di natura fiscale e legale.
Inutile dire che dopo qualche minuto avevamo già concluso l’accordo e stavamo pianificando le modalità operative della nostra collaborazione.
Quali le opportunità dell’Expo Dubai 2020?
L’Esposizione Universale Dubai 2020 si svolgerà dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021.
Il tema di EXPO Dubai è “Unire le Menti, Creare il Futuro” e si prefigge di connettere la capacità di pensiero di tutto il mondo, mobilitandola su sfide condivise con focus sui nuovi percorsi di sviluppo e innovazione.
L’esposizione sarà articolata in tre filoni: opportunità, sostenibilità e mobilità.
A Dubai è prevista la partecipazione di circa 200 tra paesi e organizzazioni internazionali, e 25 milioni di visitatori.
Il fascino di questo appuntamento per le PMI è evidente dai numeri: 7.958 piccole e medie imprese provenienti da 121 paesi si sono già iscritte come potenziali fornitori per Expo sul portale lanciato nell’aprile 2015, anche se i bandi saranno effettivamente pubblicati solo nei prossimi mesi.
In questo contesto si distingue l’Italia con 267 piccole e medie imprese registrate.
A rendere più semplice il coinvolgimento di aziende italiane è il fatto che non è necessaria la licenza commerciale valida negli Emirati Arabi Uniti, almeno in fase di registrazione.
Qualsiasi impresa italiana può quindi registrarsi sul sito dell’Expo inserendo il proprio numero di “Trade Licence” italiano.
Solo in caso di eventuale aggiudicazione della gara, le aziende dovranno dotarsi di una licenza commerciale valida negli EAU.