SolGeo monitora l’attività sismica e dinamica grazie ad una tecnologia proprietaria avanzata.
Abbiamo intervistato Stefano Limonta, Managing Director della società bergamasca per farci raccontare il suo approccio ai mercati internazionali.
Com’è nato il progetto Solgeo? Cosa vi ha spinto ad investire in questo settore?
Solgeo nasce nel 2001 da uno “spin off” del reparto di Geofisica della ditta ISMES di Seriate (BG), rinomata società di ingegneria e ricerca applicata per la progettazione e lo studio di grandi opere, nei settori geofisico, geotecnico , dinamico, matematico , modellazione che faceva parte del gruppo ENEL ed ora business unit della società CESI. Nel 2001 la scelta da parte della proprietà ENEL di terziarizzare i reparti tecnici dando la possibilità ai dipendenti di rilevare i rami di azienda. Su iniziativa di 3 dipendenti nasce SolGeo che stà per Soluzioni Geofisiche. Abbiamo quindi proseguito nello sviluppo dei sistemi di monitoraggio sismico e dinamico in generale e continuato nello sviluppo e nella fornitura di servizi di indagine geofisica per lo studio del sottosuolo e dei calcestruzzi di grandi opere quali le dighe in particolare, mediante metodi indiretti.
La vostra tecnologia è distribuita in tutto il mondo: dal Sud America fino all’estremo oriente. Come approcciate questi mercati? Attraverso quali canali?
Ci stiamo approcciando seriamente da poco tempo al mercato estero, dopo qualche esperienza positiva negli scorsi anni. Partecipando a qualche fiera e workshop del settore ci siamo resi conto di avere grosse potenzialità all’estero e di avere conoscenze tecniche ed esperienze non comuni, sviluppate in Italia. Le tecnologie e metodologie di indagine geofisiche per il controllo delle strutture sviluppate nel corso degli anni prima in Ismes e poi come Solgeo non sono ancora presenti in molti mercati mondiali e dove andiamo a proporle siamo subito favorevolmente accolti. Così ad esempio abbiamo iniziato a collaborare dapprima con l’Università di Madras in India per lo studio di alcune dighe con seri problemi strutturali. Attraverso le nostre metodologie di indagine riusciamo a fare una diagnosi completa, una sorta di TAC alla diga e finalizzare gli interventi di consolidamento, con notevole risparmio in termini di costi di intervento. Altro settore che stiamo spingendo all’estero è la fornitura di reti di monitoraggio sismico, essendo produttori di tali apparecchiature e fornitori delle maggiori compagnie oil & gas in Italia.
Avete avuto supporti istituzionali (camere di commercio, istituto per il commercio estero, ministeri, regione…altre istituzioni europee o estere?)
No, purtroppo per aziende come la nostra di piccole dimensioni l’acceso ai contributi per l’internazionalizzazione non sono facilmente accessibili.
Cosa vi rende competitivi, rispetto ai concorrenti?
Per diverse applicazioni non abbiamo concorrenti. Il problema è far conoscere le potenzialità delle nostre soluzioni, Per le reti di monitoraggio sismico sicuramente la flessibilità nel personalizzare reti sismiche e sistemi di controllo dinamico ad hoc per le esigenze del cliente, oltre al prezzo competitivo e alla qualità dei nostri prodotti conformi allo stato dell’arte. I nostri concorrenti in questo settore si contano sulle dita di una mano e sono multinazionali che propongono sistemi standard e si spartiscono il mercato mondiale. Stiamo cercando di scardinare il loro monopolio in alcuni settori non istituzionali
Qual è il vostro piano per l’internazionalizzazione? Dove vorreste andare?
Al momento stiamo operando in India, Bhutan, Korea del sud, Iran. In Sud America siamo presenti con dei partner in Colombia, Argentina, Brasile. In Europa lavoriamo in Polonia, Turchia, Francia e Spagna. Si potrebbe fare molto di più e ci stiamo lentamente organizzando ma al tempo stesso non vogliamo impegnare troppe energie e investimenti e fare le cose step by step.