La manovra correttiva 2017, di cui il Decreto Legislativo 50/2017, contiene numerose e interessanti novità. In particolare l’articolo 57-bis prevede un’interessante misura fiscale per le imprese e i lavoratori autonomi che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie. La misura avrà effetto a partire dall’anno di imposta 2018 e si esplica attraverso un meccanismo abbastanza semplice. Infatti è sufficiente che valore degli investimenti pubblicitari superi almeno dell’1% gli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi di informazione nell’anno precedente. Tale misura fiscale prevede l’attribuzione di un contributo sotto forma di credito d’imposta, quindi immediatamente compensabile con altre imposte e contributi.
In tal modo, il legislatore ha dato attuazione a quanto previsto dalla delega contenuta nella legge no. 198 del 2006, finalizzata all’introduzione di benefici fiscali connessi agli “investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici nonché sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali”, attraverso il riconoscimento di “un particolare beneficio agli inserzionisti di micro, piccola o media dimensione e alle start up innovative” (articolo 2, comma 2, lettera n).
Concretamente a chi spetta l’agevolazione e con quali modalità?
Secondo il tenore letterale della norma l’agevolazione spetta a tutte le imprese, a prescindere dalla loro forma giuridica e ai lavoratori autonomi come i liberi professionisti, sia quelli iscritto ad un ordine o albo che quelli senza iscrizione ad alcun ordine o albo.
Il meccanismo è abbastanza semplice: se per esempio, nel corso del 2017 un’azienda ha sostenuto spese pubblicitarie su riviste, giornali, ecc. pari a 20.000 euro, per poter godere dell’agevolazione è necessario che nel 2018 la stessa azienda investa 20.200 euro. Il credito d’imposta sarà calcolato sui 200 euro aggiuntivi di spesa pubblicitaria.
L’aliquota del credito d’imposta è pari al 75% della somma incrementale degli investimenti effettuati, ma può arrivare fino al 90% nel caso in cui le spese di pubblicità siano sostenute da microimprese, piccole e medie imprese e start up innovative.
Quali sono le tipologie di spese agevolabili ?
Sono generalmente gli investimenti in campagne pubblicitarie effettuate:
- sulla stampa quotidiana e periodica
- sulle emittenti televisive
- sulle emittenti radiofoniche locali, analogiche o digitali,
Come si calcola il bonus?
Per il calcolo del credito d’imposta, occorrerà fare semplicemente il confronto tra gli investimenti sostenuti nell’anno 2017 e quelli sostenuti nel 2018. Quindi, superato il confronto, in caso di esito positivo (cioè se nell’anno n+1 si è investito l’1% in più), sul valore incrementale degli investimenti effettuati occorrerà applicare l’aliquota del 75% o 90% in caso di microimprese, piccole e medie imprese e start up innovative.
L’importo del credito d’imposta così determinato andrà inserito nel quadro RU della dichiarazione dei redditi e potrà essere utilizzato in compensazione mediante il modello di pagamento F24.
I dettagli tecnici del credito d’imposta saranno oggetto di un apposito decreto attuativo che entrerà più nel dettaglio, definendo in maniera puntuale gli investimenti che daranno accesso al beneficio, i casi di esclusione, i soggetti beneficiari, le procedure di concessione e di utilizzo del beneficio, la documentazione richiesta e le modalità con le quali verranno effettuati i controlli.
L’obiettivo della norma è duplice: da un lato, spingere imprese e lavoratori autonomi a utilizzare gli strumenti pubblicitari per sostenere lo sviluppo e la crescita della propria attività e, dall’altro, aumentare le risorse finanziarie per sostenere un settore, come quello dell’editoria, che versa da tempo ormai in uno stato di profonda crisi.