Attraverso Eccellenza Italia vogliamo raccontare cosa rende speciale l’Italia nel mondo. Promuovere, attraverso interviste, informazioni utili e articoli di approfondimento, la consapevolezza dell’eccellenza italiana attraverso gli occhi di chi opera con l’estero e di chi guarda al nostro Paese con ammirazione. E non potevamo non partire da chi ha il compito di rappresentare questa eccellenza nel mondo. Per questo abbiamo incontrato Vincenzo De Luca, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Italia, in seno al Ministero degli Affari Esteri.
Direttore, in che modo la DG per la promozione del Sistema Paese promuove e si attiva per supportare le imprese italiane che vogliono operare nei mercati internazionali?
La Direzione Generale per la promozione del Sistema Paese del MAECI lavora quotidianamente per consolidare la strategia di sostegno pubblico all’internazionalizzazione nell’ambito della Cabina di regia, che co-presiede insieme al Ministero dello Sviluppo Economico da circa 5 anni. Su un piano più strettamente operativo, la direzione è l’interlocutore di riferimento per le aziende che necessitano del supporto istituzionale e informativo della rete diplomatico-consolare. Ed è proprio la rete che rappresenta la principale forza: circa 300 uffici tra Ambasciate, Consolati e Istituti di Cultura presenti in tutte le aree del mondo; strutture “intelligenti” al servizio del Paese, dei cittadini e delle imprese, in grado di facilitare i contatti con gli interlocutori locali, sostenere la partecipazione delle aziende nelle gare internazionali, contribuire alla risoluzione di contenziosi e alla rimozione di ostacoli di vario genere. A monte di tutto, vi è la capacità di fornire alle nostre imprese un orientamento al mercato con una visione strategica complessiva degli interessi italiani nel mondo alla luce delle dinamiche globali, delle priorità di sicurezza e degli equilibri culturali, scientifici e tecnologici oltreché della presenza delle comunità italiane all’estero.
Quali sono le principali difficoltà che, secondo la Sua esperienza, rallentano gli investimenti stranieri verso l’Italia?
Ritengo che siano le stesse che incontrano le imprese italiane: burocrazia, lentezza della giustizia, normative poco chiare, in particolare quelle fiscali. Sono però sempre di più gli imprenditori stranieri che manifestano un apprezzamento per gli sforzi fatti dal Governo negli ultimi anni, per creare un ambiente più favorevole alle imprese e quindi agli investimenti: Corti di giustizia specializzate, una legislazione del lavoro più flessibile, diversi strumenti fiscali volti non solo a ridurre il carico fiscale ma anche a rendere più semplice e certo il rapporto con le Autorità competenti. Si tratta ovviamente di provvedimenti che necessitano di tempo per dispiegare appieno i propri effetti ma abbiamo messo in piedi anche strumenti che vogliono essere un aiuto concreto ed immediato per l’investitore estero. Uno su tutti il Comitato Investitori Esteri, che ha proprio l’obiettivo di accompagnare l’impresa straniera nel suo investimento, facilitandone l’interlocuzione con tutte le Amministrazioni coinvolte, che a volte sono veramente tante. Infine, il Ministero degli Esteri investe molto su Ambasciate e Consolati, per far sì che, insieme ai specifici Desk di ICE-Agenzia, per essere il primo punto di riferimento degli investitori che guardano all’Italia.
In quali settori, in particolare, le imprese italiane riescono oggi ad essere maggiormente competitive a livello globale? Perché?
In molti settori, a partire da quelli che sono l’espressione più diretta e tradizionale del nostro Made in Italy, come la moda, il design, il cibo, il lusso in generale, ma anche la meccanica, i prodotti intermedi e semilavorati, l’industria manifatturiera e quella culturale che sono solo alcune delle leve su cui poggia il rilancio di diverse realtà imprenditoriali del nostro Paese. Nel solo settore manifatturiero abbiamo un surplus di oltre 100 miliardi di dollari (5° posto dopo Cina, Germania, Corea del Sud e Giappone). Molti altri sono i primati che possiamo vantare grazie alla capacità di competere delle nostre aziende: penso al fotovoltaico, alla green economy in generale, all’industria del legno in cui il surplus commerciale ci pone al secondo posto nel mondo dopo la Cina.
Un progetto portato avanti in questo primo anno di attività di cui è particolarmente fiero e quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati per i prossimi anni?
Più che un progetto in particolare, vorrei citare i programmi e le attività su cui la Direzione Generale si è concentrata nell’ultimo anno per promuovere il marchio Italia nel mondo e che sono stati realizzati all’insegna di quell’approccio di promozione integrata, riassunta nel concetto del “Vivere All’Italiana”, che è sempre più il segno distintivo della nostra Direzione Generale. Cultura, turismo dei territori, lingua italiana, sistema universitario, archeologia, design, cooperazione scientifica e tecnologica, enogastronomia: Questi sono alcuni degli assi portanti di questa strategia. Proprio negli ultimi due ambiti che ho citato, sono stati realizzati due grandi operazioni di successo: la prima settimana della Cucina italiana nel mondo – oltre 1300 eventi organizzati con il supporto della rete diplomatica in 105 paesi per celebrare l’eccellenza della cucina italiana di qualità – e l’Italian Design Day ospitato alla Farnesina il 1 marzo scorso con il quale si è dato il via alle celebrazioni del Design italiano nel mondo con oltre 100 eventi in altrettante città nel mondo realizzati grazie al gioco di squadra che ha visto mobilitarsi Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura.
L’obiettivo è quello di proseguire e di replicare questi modelli di successo in tutti gli ambiti della strategia di promozione integrata.